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Evoluzionismo e Antievoluzionismo: l'evoluzione prima della vita:

ENTROPIA ED EVOLUZIONE

Giuseppe Sermonti - scrittore, saggista, gi� Professore Ordinario di Genetica all'Universit� di Perugia.

Articolo pubblicato per la prima volta sulla rivista Abstracta n� 38 (Giugno 1989), pp. 90-95, riprodotto per gentile concessione dell'autore. Riproduzione vietata.�


EVOLUZIONE VUOL DIRE ENTROPIA.

Il secolo XIX ha assistito all�affermazione di due fondamentali principi scientifici: quello dell�entropia (Carnot� 1824), e quello dell�evoluzione biologica (Buffon 1778, Lamarck 1809, Darwin 1859). I due termini hanno lo stesso significato, quello di �svolgimento�, che corrisponde al greco entrop� e al latino evolutio.

L�entropia, o principio di Carnot, anche noto come principio di evoluzione, � conosciuta come il Secondo Principio della Termodinamica, ed ha vari enunciati. Secondo Tait, Perrin e Langevin il principio dichiara che �un sistema isolato non passa due volte dallo stesso stato (irreversibilit�)�, quindi un ordine perduto non si ricostituisce pi� spontaneamente. Altrimenti asserisce che �� impossibile trasportare calore da un corpo freddo su uno caldo�. Ci� corrisponde all�affermazione che i corpi tendono ad una temperatura uniforme, cio� alla cosiddetta �morte termica�. Pi� in generale l�entropia esprime la tendenza dei sistemi alla uniformit�, al disordine, alla perdita di forma e complessit�, alla morte. Per metafora, un castello di sabbia tende ad essere raso al suolo e mai si ricomporr� spontaneamente. L�entropia � principio di scomposizione, di degradazione, di decadenza di ogni sistema isolato.

L�EVOLUZIONE NELLA VULGATA

����������� Un enunciato del principio dell�evoluzione biologica � di difficile reperimento. Nella vulgata, �evoluzione� � �il passaggio lento e graduale degli organismi viventi da forme inferiori a forme sempre pi� complesse� (Devoto-Oli 1995). Per metafora, dal fango alla vita, dall�ameba all�elefante, dalla scimmia all�uomo. Bench� l�evoluzionismo moderno rifiuti una simile enunciazione, in particolare per quel che attiene alla gradualit� e alla progressivit�, esso lascia che la definizione corrente tenga il banco. Insiste per� sulla circostanza che il processo � regolato dal Caso e che non � condotto da alcun ordine trascendente od esterno.

Cos� enunciati, i concetti di entropia e di evoluzione sembrano addirittura contrapposti, come� degradazione contro costruzione, come decadenza contro progresso. Questo pu� forse dar conto della riluttanza di Darwin ad impiegare il termine �evoluzione� nell�opera sull�Origine delle Specie (vi compare solo alla sesta edizione). Confrontato con il problema della �complessit��, Darwin asserisce che la sua teoria (la selezione naturale) la prevede, ma pu� anche comprendere il regresso. Si dica, per inciso, che la teoria di Buffon contempla un�origine delle specie per degenerazione. Scrive nel 1776: �se fosse vero che l�asino non � che un cavallo degenerato, non vi sarebbero pi� limiti alla potenza della natura�� . L�evoluzionismo post-darviniano e quello del XX secolo sono comunque progressisti e gradualisti, almeno per il grosso pubblico.

����������� Se cerchiamo una enunciazione del concetto di evoluzione in un testo scientifico moderno (Helena Curtis, 1968, Biologia, glossario) troviamo questa definizione, sorprendente per un non specialista: �Processo che da una popolazione, in conseguenza di produzione di variazione genetica e dell�emergenza delle varianti per opera della selezione naturale, ne fa discendere un�altra con caratteristiche diverse�. Non si fa cenno di miglioramento o di aumento di complessit� (solo di diversit�), non si menziona gradualit�: si parla solo di variazioni genetiche (mutazioni) e di selezione naturale. Sta di fatto che l�evoluzione ha perduto negli ultimi tempi ogni connotazione progressista, relegando una tale visione ad un�accezione popolare, moralistica e obsoleta della natura. Pi� che una vicenda, come nella vulgata,� essa � divenuta un meccanismo, senza tendenze o obiettivi.

MUTAZIONE E SELEZIONE, DEGRADAZIONE E CENSURA

����������� Consideriamo i due elementi di questo meccanismo: La mutazione - che per definizione � un errore di copiatura del testo genetico, un accidente puramente casuale - � un fenomeno degradativo, tendente al disordine, al caos. In virt� di essa una popolazione non pu� mai tornare a una condizione precedente: si tratta dunque di un processo �irreversibile�. La selezione � un processo riduttivo, censorio, che tende ad eliminare le novit�, la biodiversit�, a livellare la popolazione. Liberata da tutti i suoi elementi estranei, romantici e teleonomici, l�evoluzione torna ad assumere l�asciutto volto dell�entropia. Diviene un processo dissolutore, una condanna alla perdita delle forme, una �fine delle specie�, quasi in contrapposizione al titolo darviniano �L�0rigine delle Specie�. Entropia e evoluzione vengono ad identificarsi non solo lessicalmente, ma anche concettualmente, come comune analisi pessimistica dell�esistenza, fisica o vivente. Negli scienziati del novecento si e andata sviluppando, secondo Robert Musil� �una preferenza per la delusione, la coercizione,� l�inesorabilit�, la fredda minaccia o l�asciutta censura...�

LA SESSUALITA� CONCLUDE L�EVOLUZIONE

����������� I genetisti sono soliti aggiungere un elemento gioioso ai severi meccanismi evolutivi: la sessualit�. Essi ragionano che, se la mutazione introduce localmente e a bassissima frequenza le novit�, la ricombinazione sessuale � in grado di associare diverse novit� in uno stesso ceppo, rendendosi cos� ricchissima sorgente di innovazioni. La sessualit� ha portato un importante contributo alla teoria matematica dell�evoluzione. Nella realt�, essendo di regola la mutazione una perdita di informazione, l�associazione di diverse mutazioni esalta il processo di decadimento della specie. Pi� importante ancora � la considerazione che essa produce un mescolamento continuo dei genotipi della specie, promuovendo l�uniformit� genetica di questa. Per metafora, la sessualit� agisce come il mescolamento di un mazzo di carte, che, mescolato, non torna pi� all�ordine iniziale. Perch� si determini una diversificazione nell�ambito di una popolazione � necessario che si stabilisca una barriera riproduttiva, cio� l�isolamento di sottogruppi autonomi, per l�insorgenza di ostacoli fisici o etologici (speciazione allopatrica o simpatrica). La sessualit� � quindi freno all�evoluzione. Quando essa inizia, l�evoluzione, intesa come emergenza di diversit�, si arresta. La sessualit� � un processo di mescolamento, quindi anch�essa, con la mutazione e la selezione, un processo entropico.

����������� Tutta l�evoluzione, come la immagin� Darwin e come sar� sviluppata dai neo-darvinisti, � un processo degenerativo, che pu� dar conto della decadenza della vita e delle forme, della irreversibilit� delle trasformazioni, della loro scomparsa, mai della creazione, della insorgenza, della formazione di alcunch�. Dopo un secolo e mezzo di �evoluzionismo�, abbiamo sviluppata, sotto il nome inappellabile di �evoluzione�,� la teoria della involuzione, della regressione verso l�elementare e l�informe, una teoria della decadenza. Con questa pretendiamo di dar conto delle gloriose esplosioni delle forme e della vita, o, per dirla con una poetessa� (Karen Blixen), di fronte alla fioritura degli alberi, della natura come �manifestazione di uno spirito universale � inventivo, ottimista e giocondo all�estremo � incapace di� trattenere i suoi scherzosi torrenti di felicit�.�����

SUL �PROGRESSO� SOCIALE

����������� A ben rifletterci, la visione di progresso come dissoluzione appartiene ormai da tempo anche alla nostra cultura sociale. Per descrivere il progresso di un popolo parliamo di emancipazione, di promiscuit�, di rimozione di tab�, di deregulation. L�idea di globalizzazione corrisponde a quella di mescolanza universale, di abolizione di ogni barriera, di uniformit�, cio�, in termini fisici, di entropia. La caduta delle regole d� un senso di liberazione, di allegria, di carnevale (che nulla ha a che fare con la felicit� del poeta). La promiscuit� e il livellamento ci offrono la sensazione dell�accessibilit� di ogni cosa, di un generale raggiungimento. E cosa � pi� eccitante di un disvelamento totale che scopre il proibito e il protetto? E� evidente tuttavia che tutte queste conquiste si consumano rapidamente, sono la dissoluzione dell�energia e della polarit�, preludono all�inerzia, al generale appiattimento che corrisponde alla morte termica cui tendono i fenomeni entropici, ad una oscura escatologia .

����������� �L�idea della fine del mondo � ha scritto M. Sgalambro (1982) � nasce nella comunit� scientifica come segno ecclesiale. Li unisce nel suo nome l�angelo sterminatore della fisica. Dal dolore della fisica nasce l�eschaton: il promesso annientamento del mondo.� E pi� avanti: �La condizione scientifica � la condizione di esseri miserabili che sanno la loro miseria� Una sintesi di matematica e disperazione unisce il cielo stellato sopra di noi e l�infinita tristezza in noi.

SUPERARE L�ENTROPIA

����������� Alcuni fisici, trascurati� dal neo-darwinismo imperante, si sono preoccupati del vicolo cieco nel quale si era ridotto l�evoluzionismo� entropico e dei problemi che esso creava per la comprensione della forma organica. �� E� l�opposizione alla decadenza nello stato inerte di �equilibrio � ha scritto Schroedinger (Che cos�� la vita?, 1944) � che rende l�organismo cos� enigmatico� Ci� di cui un organismo si nutre � entropia negativa.�� Schroedingher cre� per questo concetto il termine di �neghentropia�. �Sintropia� � il termine che negli stessi anni fu adottato da Luigi Fantappi�, che postul� una realt� occasionalmente procedente dal futuro verso il passato. L. Cuenot (1944) si appella a un Anti-Caso. Altri autori, come Etienne Gilson (1971), adottano le Cause Finali� aristoteliche. Scrive Gilson: �Le cause finali sono scomparse dalla scienza, ma sono scomparse dalla mente degli scienziati? �� Non si vede come, a dispetto� del divieto che le tiene alla porta dei laboratori, non possano continuare a ossessionare le menti degli scienziati.� Fran�oise Jacob (1970), evoluzionista convinto, ha scritto: � riconoscere la finalit� nei sistemi viventi vuol dire che non si pu� fare pi� biologia senza riferirsi costantemente al fine degli organismi, al significato che la loro esistenza d� anche alle loro strutture e alle loro funzioni�.

Grande assertore dell�importanza del significato (Darstellungwert, valore della presentazione)� � lo zoologo Adolf Portmann (Le forme degli Animali, 1960), che cerca di attrarre il nostro sguardo �verso la propriet� pi� significativa delle forme organiche, che � quella di rendere manifesta, nel linguaggio dei sensi, la peculiare natura dei singoli esseri viventi e di portare, di detta natura, la testimonianza diretta nelle loro forme particolari �.

UNO SPLASH DI LATTE

����������� Se ogni argomentazione finisce con un punto nero, io preferisco adottare in conclusione� una gocciola bianca. Una goccia di latte cade su una superficie di latte e determina, nel luogo dell�impatto, una turbolenza, uno splash, che si evolve in una deliziosa coroncina, formata da un cercine da cui emergono una ventina di goccioline, e si disfa (D�Arcy W. Thompson, 1917). Sempre eguale, c�� da presumerlo, da che latte � latte, sempre la stessa in qualunque punto della terra (e dell�Universo), non ha richiesto tentativi ed errori, non ha conosciuto selezione naturale, non contiene DNA, non ha finalit�, non serve a nulla, non � neppure �viva�. Eppure nessuno pu� negarle una distinta complessit�, una forma elegante. Che cosa ha prodotto quella forma? Dove era nascosta l�informazione che si � resa manifesta? Non nella goccia di latte (che pu� essere sostituita da una perla o da un sassolino), non nella superficie del latte, che � piana e uniforme. Si direbbe nelle propriet� dello spazio, che accoglie solo alcune configurazioni preferite, o forse nelle leggi della geometria e in quelle della dinamica dei fluidi. Certo non � al lavoro il Caso, certo l�entropia � sconfitta ed � all�opera una immissione d�ordine nella materia, che ci dovremo un giorno dar cura di approfondire, rendendola l�oggetto primo degli studi sulla generazione delle forme, e abbandonando le oziose spiegazioni fondate sui giochi del Caso.���

Lo schizzo a corona provocato dalla caduta di una goccia su una superficie di latte.

NOTA : All'interno di Airesis, su argomenti correlati, sono stati pubblicati i seguenti interventi:
- Giuseppe Sermonti, Dopo l'uomo la scimmia
-� Giuseppe� Sermonti, La Biologia Strutturale
- Giuseppe Sermonti, L'Armonia del DNA
- Giuseppe Sermonti, Domine, non sum Dignus
- Stefano Serafini, Antievoluzionismo e riduzionismo: certezze scientifiche, Abelardo e Giuseppe Sermonti

- Giorgio Serravalle, Recensione a "Le Origini della vita" di Giovanni Monastra

Per ogni eventuale approfondimento si segnalano i seguenti links esterni:

- Giovanni Monastra, Politica, bio-business e scienza, il caso italiano di Giuseppe Sermonti
- Giuseppe Sermonti, L'Uomo in rivolta e il Mito dell'Evoluzionismo
- G. Sermonti, R. Fondi, W. Catalano, Recensioni a "Le origini della vita" di Giovanni Monastra.

Sempre all'interno di Airesis, nella sezione "Ars Regia" dedicata ad alchimia ed ermetismo, sono pubblicati due interventi di Giuseppe Sermonti sull'interpretazione alchemica delle fiabe:
- Giuseppe Sermonti, Biancaneve e i Sette nani, una Fiaba d'Argento

- Giuseppe Sermonti, Cappuccetto rosso o il mercurio
- Giuseppe Sermonti, Metafore alchemiche: Cenerentola e lo zolfo

Nella sezione delle Recensioni, di Giuseppe Sermonti sono recensiti:

- Fiabe di Tre Reami /La Danza delle silfidi (ed. La Finestra, Trento 2004)
- Il Crepuscolo dello Scientismo (ed. Nova Scripta, Genova 2002)

Ancora alcuni links esterni a scritti di Giuseppe Sermonti su biologia, scienza, evoluzionismo ed antievoluzionismo:

- Giuseppe Sermonti, Perch� la Mosca non � un Cavallo
- Giuseppe Sermonti, Chi critica Darwin non � un Bigotto, a differenza di certi Darwinisti
- Giuseppe Sermonti, Cristalli liquidi e coerenza biologica
- Giuseppe Sermonti, Quando la scienza si cristallizza in dottrina
- Giuseppe Sermonti, L'Evoluzionismo � un inganno utile a restare nell'ignoranza

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