Libri di Airesis

Picatrix. Ghayat al-hakim, "il fine del saggio"

Maslama Al-Magriti

Picatrix.
Ghayat al-hakim, "il fine del saggio"

di Maslama Al-Magriti
a cura di Paolo Aldo Rossi

Mimesis edizioni, Milano 2000
280 pagine, traduzioni di Davide Arecco, Ida Li Vigni e Stefano Zuffi, € 20,66

Versione latina della perduta traduzione "de arabico in hispanico" - redatta alla Corte di Alfonso X il Saggio nel 1256 - dell'originale opera del X secolo (Ghłyat al Hakiûm, ossia Il fine del saggio dello pseudo Maslama al-Magriti), Picatrix rappresenta senza dubbio il testo pił diffuso della magia sia teorica che cerimoniale dell'intera cultura esoterica dell'Occidente. L'opera, una esauriente summa antologica della magia antica e medievale - compilata in terra di Spagna fra il 1047 e il 1051 - ebbe un posto preminente nelle biblioteche dei maggiori filosofi dell'etą umanistico-rinascimentale, da Marsilio Ficino a Pico della Mirandola, da Leonardo a Filarete, da Rabelais a Campanella. Bollata come opera empia, Picatrix divenne ben presto il manuale satanico per eccellenza, tanto che il suo autore - inizialmente confuso con Ippocrate - venne definito "Rettore della Facoltą diabolica".

Il grande pensatore arabo Ibn Kaldum lo aveva invece definito: "il trattato di magia pił completo e meglio costruito". Numerosi sono i manoscritti databili fra il XV e il XVII secolo. Per questa edizione, si č scelta quale copia di riferimento la trascrizione fatta a Brisighella nel 1536.

Trattandosi di un documento costantemente citato, ma non facilmente reperibile, si č scelto di darne una prima versione integrale fruibile anche dai non addetti ai lavori e utile ai "curiosi" di Storia del pensiero magico ed esoterico.

L'opera č curata da Paolo Ado Rossi, docente di Storia del Pensiero Scientifico presso l'Universitą di Genova. La presente edizione rappresenta la prima traduzione in lingua italiana del testo integrale latino, con una postfazione ed un saggio sulla storia del Picatrix e sulla sua struttura sia contenutistica che formale.