Le cave delle anime purganti

Massimo Marra

Il cimitero delle fontanelle. Il culto delle anime del purgatorio e il sottosuolo di Napoli
di Antonio Emanuele Piedimonte
Electa, Napoli 2003 - pag. 62 - € 8,00

Dopo i recenti contributi specialistici sul tema del culto delle anime del purgatorio a Napoli,[1] è ora uscito per l'Electa una interessante sintesi divulgativa firmata da Antonio Emanuele Piedimonte, giornalista e saggista napoletano che ha già dato varie ed esaustive prove della sua perizia di divulgatore[2].

Il cimitero delle Fontanelle, annidato nel cuore della Napoli antica, fu luogo di antiche cave in disuso, nel quale, nelle successive ondate di pestilenze che colpirono Napoli (ed in particolare nell'ecatombe della peste del 1656) si accumularono i cadaveri ed i resti umani. Resti umani furono portati qui anche in pieno XIX e XX secolo, quando in successivi lavori di ampliamento e ristrutturazione della città furono rinvenuti, a più riprese, nella sterminata rete di cavità naturali ed artificiali del sottosuolo napoletano, depositi ed accumuli di ossa umane. È proprio nel cimitero delle Fontanelle che si sviluppa il culto delle anime del purgatorio, culto vivissimo fino a pochi anni fa, soprattutto femminile, legato inscindibilmente alle centinaia (ma forse migliaia) di teschi umani ivi custoditi, ognuno del quale diviene, appunto, un'anima del purgatorio tutelare per cui pregare, e da cui ricevere in cambio intercessioni e grazie. È un culto personale - ogni fedele sceglie la sua Pronostici, rivelazioni sul futuro, sui numeri del lotto e sulle sperate fortune, costituiscono le richieste tipiche da rivolgere alle anime purganti. Moneta di scambio è l'orazione, unica possibilità di refrigerio nelle sofferenze del purgatorio. Luogo delle rivelazioni, in genere, è il sogno, il regno onirico in cui la divinazione si avvale di volta in volta dell'apparizione, del segno prodigioso, del simbolo. Il territorio notturno in cui morte e vita comunicano e si equivalgono.

Un mondo di riti collettivi ed individuali, di credenze e tradizioni, si sviluppa intorno a questo culto, marginalizzato dalla religiosità ufficiale ma a lungo assai ben presente nell'immaginario collettivo della città. Un culto che, probabilmente affonda le proprie radici ben al di là delle sue tracce storiche, in un'antichità ben più remota. La zona prospiciente il cimitero è infatti quella dei Vergini (ed il lemma, si badi bene, è un plurale maschile), così chiamata perché, nell'antichità classica, fu sede della fratria degli Eunostidi, sacerdoti del dio Eunosto, votati alla castità ed alla temperanza. Nei pressi dell'attuale cimitero delle Fontanelle, vi era proprio il sito di sepoltura della fratria. Non è improbabile che il culto oracolare per le ossa e per le anime dei defunti, di cui a Napoli vi è traccia fin dal medioevo, risalga direttamente all'antichità classica, ai misteriosi riti religiosi delle antiche fratrie della polis greca.

Il testo di Antonio Emanuele Piedimonte è agile e di piacevole lettura, e costituisce una adeguata e ben riuscita sintesi storico-antropologica sul cimitero delle Fontanelle e sulle complesse fenomenologie religiose ad esso correlate. Sospesa tra indagine storica, aneddotica e documentazione antropologica, l'operazione risulta senz'altro soddisfacente per quanti volessero avvicinarsi ad un capitolo particolarmente misterioso e complesso della storia antropologica e religiosa di Napoli. Una città fondata dal poeta-mago Virgilio e per sempre protetta dai suoi incantesimi, in cui la devozione alle anime dei morti, le preghiere ad una Vergine - talvolta nera - che si veste di volta in volta dei panni di Sibilla e di Sirena, sono altrettante favole che sembrano uscite dal vaso di Pandora di una memoria tenace, che serra e custodisce ancora con gelosia i suoi più riposti segreti.
 

Note

[1] Vedi a questo proposito, dell'antropologo Marino Niola, Il purgatorio a Napoli, (Meltemi 2003).

[2] Ricordiamo, tra le altre pubblicazioni: Napoli Segreta (ed. Intra Moenia, Napoli 1997) e Partenope e le altre: guida illustrata ai misteri di Napoli e della Campania (ed. Intra Moenia, Napoli 2001).