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I DIARI DELL'ANIMA

Massimo Marra

Aniceto Del Massa: Pagine esoteriche, a cura di Angelo Iacovella, Trento, La Finestra,
Euro 15,49, pgg.103

Figura complessa e negletta, quella di Aniceto Del Massa (1898-1975).

Poeta, giornalista, critico d�arte, esoterista, teorico della razza, fascista, repubblichino. Insofferente a pastoie ideologiche e religiose, disciplinato autodidatta nei pi� disparati campi dell�arte e della filosofia, Del Massa cresce nella Firenze del futurismo, che lo vede prima giovane studioso ed intellettuale negli ambienti da cui gemmavano le esperienze de �La Voce� e de �Lacerba�, e poi combattente nella grande guerra del 15-18. E poi, ancora, nel dopoguerra, militante fascista e collaboratore di prestigiose riviste cittadine al fianco di personaggi del calibro di Giorgio De Chirico, che con lui condivide l�esperienza di studio medianico e spiritista. Diviene ben presto apprezzato critico d�arte, collabora stabilmente con �La Nazione� e stringe un sodalizio culturale ed esoterico con una delle figure pi� importanti e complesse del panorama spiritualista italiano di quel periodo, il neopitagorico e massone Arturo Reghini.

Col Reghini partecipa all�esperienza di �Atan�r� e successivamente di �Ignis�, le due principali testate che, sotto la direzione di Reghini, precedono e aprono la strada alla successiva esperienza, probabilmente pi� nota, del �Gruppo di Ur�. Un crogiolo di esperienze e personalit� (Evola, Reghini, Gu�non, Di Giorgio), un composito gruppo di studi iniziatici cui il Del Massa aderisce solo per allontanarsene a fronte delle feroci polemiche di che sorgono tra Evola ed il Reghini e che portano allo sfaldamento dell�esperienza.

L�esoterismo di Del Massa si forma dunque in quel complesso flusso di studi e sincretismi che anima l�esperienza di queste riviste e dei gruppi iniziatici coinvolti in esse. La fede in una unit� trascendente dei messaggi tradizionali (figlia della Philosophia perennis rinascimentale e in gran parte eredit� teosofico-occultista, che larga parte avr� nello sviluppo dello spiritualismo novecentesco di matrice tradizionalista), la critica verso la modernit� e la desacralizzazione della realt� della civilt� borghese, lo spiritualismo che appare non compiersi nell�adesione ad una specifica forma tradizionale � a quanto pare, Del Massa non ader� mai neanche alla Massoneria -� ma si costruisce attraverso il progresso prometeico dell�esperienza interiore (proprio dalle pagine di Ignis, il nostro si fa aperto propugnatore di uno �sperimentalismo esoterico�, scagliandosi contro ogni spiritualismo che non si presenti verificabile empiricamente) sono i caratteri di un�esperienza che avvicina Del Massa alle teorie reghiniane, certo, ma anche a quelle steineriane che, proprio attraverso alcuni esponenti del gruppo di Ur, in quel momento si affacciano per la prima volta con forza in Italia.�

Nel 1944, dopo aver maturato la propria adesione all�esperienza della Repubblica Sociale,� Del Massa come Evola, Massimo Scaligero (Antonio Sgabelloni), Di Giorgio e molti altri esoteristi e intellettuali di quel periodo, partecipa all�elaborazione dell�orizzonte teorico del razzismo, esponendo in un�opera del 1944 (Razzismo e Ebraismo, Mondadori 1944) i principi di quel minoritario razzismo spirituale che, travalicando i principi del razzismo biologico alla De Gobineau, delineava un razzismo basato sulla diseguaglianza di �categorie spirituali� espresse dalle tradizioni e dalle strutture antropologiche, culturali e sociali dei vari popoli.

Un qualcosa di molto simile al razzismo evoliano, che a sua volta prende le mosse dal razzismo di Clauss.

La guerra, il campo di prigionia e le conseguenti maturazioni lo vedono tornare sulla breccia nei primi anni �50. Fino al �61, diriger� la terza pagina del Secolo D�Italia, la vecchiaia lo vedr� riavvicinarsi agli interessi esoterici, ad una mai interrotta ricerca interiore il cui passo � segnato, in questo periodo finale, da un riavvicinamento allo studio del taoismo� e dell�antroposofia steineriana. Aniceto del Massa muore nel 1975, nell�indifferenza della cultura italiana, e con poca attenzione anche da parte di quell�ambiente spiritualista italiano cui era appartenuto. Un silenzio ostile, e, in parte, enigmatico, cala sulla sua memoria � destino comune a molti intellettuali, artisti, filosofi e� spiritualisti di quegli anni che soffrono oggi della bollatura di �minori� -� e colpisce, pertanto, la recente iniziativa delle edizioni �La Finestra� di pubblicare queste Pagine esoteriche.

Il materiale - purtroppo abbastanza esiguo - raccolto dal curatore, Angelo Iacovella, � tuttavia il frutto di uno spoglio attento, competente ed amorevole dei diari e degli appunti inediti. Le pagine pi� squisitamente esoteriche di Del Massa sono spesso appunti brevi, annotazioni fugaci di riflessioni e meditazioni, soliloqui talvolta snelli e stringati, talvolta pi� lirici. In essi, come in un libero cercare della mente, si snodano le tappe dell�esperienza interiore di Del Massa: l�amore per Dante, la riflessione sulle Scritture, lo steinerismo, la passione per le filosofie orientali, si fondono cos� a delineare un percorso spirituale, che, indipendentemente da ogni considerazione in merito a matrici ed impalcature culturali e metafisiche, ha il sapore di un autentico ed ininterrotto confronto con se stessi, di una ascesi vissuta con coerenza e fermezza. Un primo ed interessante passo verso l�esplorazione di un milieu di intellettuali e spiritualisti novecenteschi italiani ben pi� complesso e composito di quanto si possa immaginare.

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